Chiese a cassano magnago
Storia, informazioni e curiosità
Parrocchia di San Giulio
Piazza S. Giulio, 17, 21012 Cassano Magnago VA
La chiesa di San Giulio è una chiesa storica situata nel centro di Cassano Magnago ed è la più antica di tutta la città.
Dove sorge l’ex chiesa di San Giulio sono state rinvenute le tracce di alcune palafitte risalenti all’epoca protostorica o preistorica. Vi fu poi costruito un insediamento tardo-romano, come dimostra il ritrovamento di una sepoltura di quell’epoca.
Dove sorge l’ex chiesa di San Giulio sono state rinvenute le tracce di alcune palafitte risalenti all’epoca protostorica o preistorica. Vi fu poi costruito un insediamento tardo-romano, come dimostra il ritrovamento di una sepoltura di quell’epoca.
La millenaria chiesa di San Giulio, di cui si conservano le fondazioni, risale a un periodo certamente non posteriore al VI secolo, come testimoniano gli scavi archeologici. Non può quindi essere scartata l’ipotesi che possa essere ancora più antica: ciò è in sintonia con la tradizione, che vuole il luogo di culto fondato nel IV secolo proprio dal sacerdote san Giulio, che insieme al fratello diacono san Giuliano costruì un centinaio di chiese. Provenienti dall’isola greca di Egina, i due fratelli erano forniti di “ampio imperiale diploma” e furono incoraggiati nella loro opera evangelizzatrice dall’allora vescovo di Milano Sant’Ambrogio.
La storia della chiesa si interseca inoltre con il leggendario passaggio da Cassano Magnago di Teodolinda, sovrana dei Longobardi fra il VI e il VII secolo. La regina, impietosita dalla miseria del luogo, avrebbe donato la sua corona a favore dei poveri della comunità, atto al quale si fa risalire l’origine della cosiddetta “Elemosina della Corona”, un beneficio, la cui esistenza è attestata ancora nell’Ottocento, legato alla distribuzione annuale di un pane di mistura ai poveri della parrocchia di San Giulio, come già riferiscono gli atti delle visite pastorali compiute da san Carlo Borromeo nel 1570 e dal cugino Federico nel 1622.
Sulle fondazioni del più antico edificio sacro fu poi costruita, fra XV e XVI secolo, una seconda chiesa, di cui si trova una puntuale descrizione sempre nei documenti relativi alle visite di san Carlo e di Federico Borromeo, oltre che a quella del cardinale Giuseppe Pozzobonelli, venuto a Cassano Magnago nel 1750.
Alla fine del XVIII secolo la necessità di costruire una nuova chiesa si faceva sempre più urgente, come dimostra la lettera che don Giacomo Fumagalli indirizzò, nel 1790, al Real Consiglio di Governo, definendo la parrocchiale «incapace di contenere l’accresciuta popolazione e per l’antichità resa indecente, rovinosa». L’edificio non poteva più essere ingrandito: era circondato dall’oratorietto, sede della Confraternita del Santissimo Sacramento, dal piccolo camposanto, dal sagrato e dalla stretta via San Giulio. La nuova chiesa sarebbe perciò stata costruita su un terreno retrostante, acquistato nel 1825, per iniziativa del parroco don Giovanni Battista de Vecchi, che in una lettera scritta il 20 dicembre 1828, mentre erano in corso i lavori di edificazione del nuovo tempio, e indirizzata all’ingegner Carlo Caimi, capo della Imperial Regia Direzione provinciale delle costruzioni, attestava l’insufficienza della vecchia chiesa, che «appena contiene la metà» della popolazione della parrocchia.
L’attuale chiesa di San Giulio fu terminata nel 1846 e aperta al culto il 25 ottobre di quell’anno. Il campanile fu invece realizzato qualche decennio più tardi, nel 1880, mentre l’installazione delle campane risale al 1882. Fino ad allora, si continuò a utilizzare la torre della vecchia parrocchiale.
La chiesa presenta tre navate e sei cappelle laterali: la prima a sinistra è stata poi modificata fino a diventare l’attuale battistero. Al centro della navata centrale si innalza una cupola di diametro 4 metri e 40 centimetri.
La millenaria chiesa di San Giulio, di cui si conservano le fondazioni, risale a un periodo certamente non posteriore al VI secolo, come testimoniano gli scavi archeologici. Non può quindi essere scartata l’ipotesi che possa essere ancora più antica: ciò è in sintonia con la tradizione, che vuole il luogo di culto fondato nel IV secolo proprio dal sacerdote san Giulio, che insieme al fratello diacono san Giuliano costruì un centinaio di chiese. Provenienti dall’isola greca di Egina, i due fratelli erano forniti di “ampio imperiale diploma” e furono incoraggiati nella loro opera evangelizzatrice dall’allora vescovo di Milano Sant’Ambrogio.
La storia della chiesa si interseca inoltre con il leggendario passaggio da Cassano Magnago di Teodolinda, sovrana dei Longobardi fra il VI e il VII secolo. La regina, impietosita dalla miseria del luogo, avrebbe donato la sua corona a favore dei poveri della comunità, atto al quale si fa risalire l’origine della cosiddetta “Elemosina della Corona”, un beneficio, la cui esistenza è attestata ancora nell’Ottocento, legato alla distribuzione annuale di un pane di mistura ai poveri della parrocchia di San Giulio, come già riferiscono gli atti delle visite pastorali compiute da san Carlo Borromeo nel 1570 e dal cugino Federico nel 1622.
Sulle fondazioni del più antico edificio sacro fu poi costruita, fra XV e XVI secolo, una seconda chiesa, di cui si trova una puntuale descrizione sempre nei documenti relativi alle visite di san Carlo e di Federico Borromeo, oltre che a quella del cardinale Giuseppe Pozzobonelli, venuto a Cassano Magnago nel 1750.
Alla fine del XVIII secolo la necessità di costruire una nuova chiesa si faceva sempre più urgente, come dimostra la lettera che don Giacomo Fumagalli indirizzò, nel 1790, al Real Consiglio di Governo, definendo la parrocchiale «incapace di contenere l’accresciuta popolazione e per l’antichità resa indecente, rovinosa». L’edificio non poteva più essere ingrandito: era circondato dall’oratorietto, sede della Confraternita del Santissimo Sacramento, dal piccolo camposanto, dal sagrato e dalla stretta via San Giulio. La nuova chiesa sarebbe perciò stata costruita su un terreno retrostante, acquistato nel 1825, per iniziativa del parroco don Giovanni Battista de Vecchi, che in una lettera scritta il 20 dicembre 1828, mentre erano in corso i lavori di edificazione del nuovo tempio, e indirizzata all’ingegner Carlo Caimi, capo della Imperial Regia Direzione provinciale delle costruzioni, attestava l’insufficienza della vecchia chiesa, che «appena contiene la metà» della popolazione della parrocchia.
L’attuale chiesa di San Giulio fu terminata nel 1846 e aperta al culto il 25 ottobre di quell’anno. Il campanile fu invece realizzato qualche decennio più tardi, nel 1880, mentre l’installazione delle campane risale al 1882. Fino ad allora, si continuò a utilizzare la torre della vecchia parrocchiale.
La chiesa presenta tre navate e sei cappelle laterali: la prima a sinistra è stata poi modificata fino a diventare l’attuale battistero. Al centro della navata centrale si innalza una cupola di diametro 4 metri e 40 centimetri.
La chiesa di Santa Maria del Cerro è un edificio religioso situato a Cassano Magnago, in provincia di Varese.
La chiesa di Santa Maria del Cerro è stata costruita nel XIII secolo per volontà di Ottone Visconti, vicino al proprio castello. La chiesa viene riconosciuta nel 1398 come cappella dipendente dalla pieve di Gallarate e nel 1564 come rettoria. Nel 1750 è documentata come parrocchiale, benché gestita dal solo parroco, ed aveva come dipendenze diversi oratori. Nel 1897, all’epoca della visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari, il clero era costituito dal parroco e da un coadiutore.
Dal 1570 nella chiesa di Santa Maria del Cerro si venera la Sacra Spina della Corona di Gesù, portata a Cassano Magnago da Princivalle Visconti da Colonia e donata alla chiesa di Santa Maria grazie a San Carlo Borromeo.
Esterno
La chiesa è posata su un basamento che contiene un sepolcro, dove sono inumate le salme di alcuni Visconti e parroci. Il campanile, sul quale è traforata la biscia viscontea, è datato tra il XIII e il XIV secolo. L’attuale facciata e la relativa scalinata sono state realizzate nel 1885 su disegno dell’architetto Maciachini.
Interno
All’interno, oltre alla navata centrale con il soffitto a cupola, ci sono due navate laterali e quattro cappelle. La chiesa termina con un’abside, intorno alla quale è posto un deambulatorio. I dipinti sono stati realizzati tra l’Ottocento e il Novecento dal pittore Luigi Morgari e dal decoratore Aristide Secchi, mentre gli affreschi più antichi sono stati salvati con la tecnica a strappo, tra i quali spicca l’opera del “Morazzone” (Pier Francesco Mazzuchelli), che ritrae San Carlo mentre ritrova la Sacra Spina.
Sull’origine del nome Cerro ci sono ancora delle incertezze: potrebbe derivare dal nome della collina su cui sorge, ovvero la località del Cerro, oppure dalla presenza dell’omonima pianta nella piazza antistante. Fin dal neolitico la quercia era considerata da ogni popolo indoeuropeo un albero sacro alla massima divinità, ed originariamente i latini la identificavano con Giove.
Andrè Martinet, esperto di linguistica e cattedratico alla Sorbona, ha ritenuto che Cassano fosse il nome gallico della quercia: quindi non solo la chiesa di Santa Maria, ma anche la città di Cassano ha preso il nome dalla quercia, al quale fu aggiunto Machnagh, un aggettivo celtico originato dalla radice Magus (“campo”) che aveva il significato di campestre.
Il cerro che oggi è presente davanti alla chiesa ne sostituisce un altro abbattuto da un fulmine nel 1922, il quale sostituiva il cerro plurisecolare della leggenda, morto nel 1820.
Chiesa di Santa Maria del Cerro
Via L. Da Vinci, 4, 21012 Cassano Magnago VA
La chiesa di Santa Maria del Cerro è un edificio religioso situato a Cassano Magnago, in provincia di Varese.
La chiesa di Santa Maria del Cerro è stata costruita nel XIII secolo per volontà di Ottone Visconti, vicino al proprio castello. La chiesa viene riconosciuta nel 1398 come cappella dipendente dalla pieve di Gallarate e nel 1564 come rettoria. Nel 1750 è documentata come parrocchiale, benché gestita dal solo parroco, ed aveva come dipendenze diversi oratori. Nel 1897, all’epoca della visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari, il clero era costituito dal parroco e da un coadiutore.
Dal 1570 nella chiesa di Santa Maria del Cerro si venera la Sacra Spina della Corona di Gesù, portata a Cassano Magnago da Princivalle Visconti da Colonia e donata alla chiesa di Santa Maria grazie a San Carlo Borromeo.
Esterno
La chiesa è posata su un basamento che contiene un sepolcro, dove sono inumate le salme di alcuni Visconti e parroci. Il campanile, sul quale è traforata la biscia viscontea, è datato tra il XIII e il XIV secolo. L’attuale facciata e la relativa scalinata sono state realizzate nel 1885 su disegno dell’architetto Maciachini.
Interno
All’interno, oltre alla navata centrale con il soffitto a cupola, ci sono due navate laterali e quattro cappelle. La chiesa termina con un’abside, intorno alla quale è posto un deambulatorio. I dipinti sono stati realizzati tra l’Ottocento e il Novecento dal pittore Luigi Morgari e dal decoratore Aristide Secchi, mentre gli affreschi più antichi sono stati salvati con la tecnica a strappo, tra i quali spicca l’opera del “Morazzone” (Pier Francesco Mazzuchelli), che ritrae San Carlo mentre ritrova la Sacra Spina.
Sull’origine del nome Cerro ci sono ancora delle incertezze: potrebbe derivare dal nome della collina su cui sorge, ovvero la località del Cerro, oppure dalla presenza dell’omonima pianta nella piazza antistante. Fin dal neolitico la quercia era considerata da ogni popolo indoeuropeo un albero sacro alla massima divinità, ed originariamente i latini la identificavano con Giove.
Andrè Martinet, esperto di linguistica e cattedratico alla Sorbona, ha ritenuto che Cassano fosse il nome gallico della quercia: quindi non solo la chiesa di Santa Maria, ma anche la città di Cassano ha preso il nome dalla quercia, al quale fu aggiunto Machnagh, un aggettivo celtico originato dalla radice Magus (“campo”) che aveva il significato di campestre.
Il cerro che oggi è presente davanti alla chiesa ne sostituisce un altro abbattuto da un fulmine nel 1922, il quale sostituiva il cerro plurisecolare della leggenda, morto nel 1820.
Chiesa di Sant'Anna
21012 Cassano Magnago VA
La chiesa di Sant’Anna, precedentemente intitolata a San Giorgio in Campora, è un piccolo edificio ad aula unica con abside poligonale orientata a nord.
XIII sec. (fondazione preesistenza)
Si ritiene che la prima chiesa, dedicata a San Giorgio e orientata perpendicolarmente all’attuale edificio, possa essere stata costruita nel corso del XIII secolo.
L’aula è coperta da un soffitto a travetti in legno mentre il coro e l’abside presentano volte, la prima delle quali reca un tondo, con cornice in stucco, raffigurante la gloria di Sant’Anna. Le pareti dell’aula sono intonacate e dipinte di giallo prive di decorazioni; una statua del Sacro Cuore di Cristo è posizionata a metà della navata mentre due piccole statue raffiguranti la Madonna Immacolata e San Giuseppe sono poste rispettivamente a destra e a sinistra dell’arco dell’abside. Nell’abside è collocato un crocifisso senza croce al centro di una struttura con paliotto in scagliola decorato a motivi floreali con, al centro, una raffigurazione dell’Assunzione di Maria. Al centro del presbiterio, privo di balaustre, con pavimentazione in legno, si trova un altare e, ai lati, due stalli da tre posti in legno addossate ai muri. Ad uno dei lati dell’abside è addossata la sede del celebrante in legno mentre, in posizione opposta è appesa la tela raffigurante la Vergine con il Bambino già inserita nella struttura dell’altare. Sul limite del presbiterio è collocato un ambone ricavato da un tronco di legno. All’esterno la chiesa si presenta interamente in muratura a vista con paramento misto di laterizi e pietre le cui discontinuità dimostrano le diverse fasi costruttive dell’edificio. La facciata, intonacata, è preceduta da uno scenografico breve viale alberato. Presenta un portale architravato inquadrato in un arco a tutto sesto con una lunetta nella quale è affrescato un libro aperto con la scritta “SANCTA ANNA INTERCEDE PRO NOBIS”. Ai lati del portale si aprono due finestrelle tonde con grata di ferro e davanzale in pietra mentre due ampie finestre si aprono superiormente. Un campanile triangolare ad angoli smussati, in muratura a vista, sorge sopra la parete orientale all’intersezione con la sacrestia.
XIII sec. (fondazione preesistenza)
Si ritiene che la prima chiesa, dedicata a San Giorgio e orientata perpendicolarmente all’attuale edificio, possa essere stata costruita nel corso del XIII secolo.
L’aula è coperta da un soffitto a travetti in legno mentre il coro e l’abside presentano volte, la prima delle quali reca un tondo, con cornice in stucco, raffigurante la gloria di Sant’Anna. Le pareti dell’aula sono intonacate e dipinte di giallo prive di decorazioni; una statua del Sacro Cuore di Cristo è posizionata a metà della navata mentre due piccole statue raffiguranti la Madonna Immacolata e San Giuseppe sono poste rispettivamente a destra e a sinistra dell’arco dell’abside. Nell’abside è collocato un crocifisso senza croce al centro di una struttura con paliotto in scagliola decorato a motivi floreali con, al centro, una raffigurazione dell’Assunzione di Maria. Al centro del presbiterio, privo di balaustre, con pavimentazione in legno, si trova un altare e, ai lati, due stalli da tre posti in legno addossate ai muri. Ad uno dei lati dell’abside è addossata la sede del celebrante in legno mentre, in posizione opposta è appesa la tela raffigurante la Vergine con il Bambino già inserita nella struttura dell’altare. Sul limite del presbiterio è collocato un ambone ricavato da un tronco di legno. All’esterno la chiesa si presenta interamente in muratura a vista con paramento misto di laterizi e pietre le cui discontinuità dimostrano le diverse fasi costruttive dell’edificio. La facciata, intonacata, è preceduta da uno scenografico breve viale alberato. Presenta un portale architravato inquadrato in un arco a tutto sesto con una lunetta nella quale è affrescato un libro aperto con la scritta “SANCTA ANNA INTERCEDE PRO NOBIS”. Ai lati del portale si aprono due finestrelle tonde con grata di ferro e davanzale in pietra mentre due ampie finestre si aprono superiormente. Un campanile triangolare ad angoli smussati, in muratura a vista, sorge sopra la parete orientale all’intersezione con la sacrestia.